Ai ragazzi e ai bambini rinchiusi per anni nelle scuole a imparare soprattutto a disciplinare i loro corpi, immobilizzandoli e tacitandosi, divenendo obbedienti e incontrando il sapere come un mosaico frantumato di cui è impossibile rimettere insieme i pezzi, si vuole con l’educazione diffusa e gaia, proporre una via di compensazione e di riscatto. Riscatto fondato però su rigorosi principi: l’apprendimento che può essere raggiunto solo attraverso l’esperienza autentica e appassionata. La necessità di riconoscere e valorizzare bambini e ragazzi come soggetti a pieno titolo e non esseri incompleti che necessitano di un mondo caricaturale e finzionale, artificioso e normativo per crescere quando potrebbero benissimo iniziare a tessere gli elementi della loro soggettività partecipando, contribuendo e imparando nel vivo dell’esperienza sociale accanto a molte più figure e differenti rispetto a quelle che incontrano nel microcosmo scolastico.
Necessità infine di liberare i nostri cuccioli dal giogo scolastico rimettendoli in circolazione nel mondo, non solo perché siano un po’ più felici e trovino modo di incrementare la propria autostima in un mondo finalmente reale ma anche perché gli adulti ne hanno bisogno, le città ne hanno bisogno, i territori ne hanno bisogno per tornare ad essere luoghi ospitali per tutti, luoghi dove si incontrano le generazioni, per dialogare e comprendersi, per aiutarsi e per cementare un nuovo senso di responsabilità sociale e di solidarietà che oggi è in via di estinzione.
quartiereEDUCANTE
il primo progetto di educazione gaia e diffusa
Paolo Mottana – la controeducazione e la gaia educazione
Due righe sul fascismo: oggi, come è evidente, la parola fascismo, ben oltre le sue origine storiche, individua una [...]